Testalonga è un progetto nato nel 2008 dalla mente di Craig Hawkins, che dopo aver fatto diverse esperienze in cantine fra Francia, Austria e Portogallo, decide di tornare a casa e produrre vino con la propria. L’idea di Craig è quella di fare vini, seguendo una filosofia naturale, che abbiano tre obiettivi: purezza, espressività e bevibilità.
Lo fa nello Swartland, sud-ovest del Sudafrica, nella sua cantina, Testalonga. I suoi vini sono comete sparate nel cielo del vino sudafricano, per alcuni autentici oggetti di culto, per altri troppo diversi, troppo distanti da un modello convenzionale di vino.
I vitigni coltivati sono un compendio della tradizione sudafricana, Chenin Blanc, Cinsault, Mourvedre, Syrah ma anche Tinta Amarela e Harslevelu per confondere le carte. Il lavoro di Testalonga non si esaurisce solo nella produzione di vini entusiasmanti ma anche nell’ideazione, mai banale, dell’etichette che rivestono i vini.

Le labels di Testalonga sono un omaggio alla street culture, ad una certa estetica alla Bansky, ai graffiti, al cinema e alla musica rock. El Bandito Cortez, prodotto da Chenin Blanc, cambia etichetta ogni anno e il nome della bottiglia è un omaggio ad una canzone di Neil Young.
The Dark Side, Syrah in purezza, gioca sul colore scuro e impenetrabile del vino ma richiama nel nome la saga di Star Wars. Sono tante anche le foto che campeggiano sulle etichette di Testalonga, richiamando un legame forte con l’immagine, che non rimane semplice orpello estetico ma diventa un elemento fortemente identificativo con il vino che accompagna.
Nell’etichetta di Monkey Gone To Heaven, da uve Mourvedre, omaggio ad una canzone dei Pixies, campeggia una foto scattata al Burning Man, il noto festival nel deserto californiano dedicato alla comunità, all’espressione di sé, alla creatività umana.
Le etichette poi non sono fisse, non c’è la volontà di legare un vino ad un’immagine standardizzata, ma variano da un’annata all’altra diventando quindi oggetti unici, quasi fossero nuove release di vecchi album. C’è molto dell’arte contemporanea nelle etichette di Testalonga, in cui si fondono differenti generi: la fotografia con il graffito, la street art con un approccio vicino al pensiero do it yourself. La forza comunicativa delle etichette di Testalonga sta nel veicolare un sottotesto emozionale fatto di provocazione artistica e messaggi politicoambientalisti, valori ben accolti da una schiera di estimatori sparsi in tutto il globo. Tutti elementi che ritroviamo nei vini, naturali e vivi, di Craig Hawkins.
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